La musica perduta degli etruschi

La musica perduta degli etruschi, l’entusiasmo del GAD, il bosso stagionato di Piero Bruni.

Il titolo costituisce una estrema sintesi di quanto è accaduto fra il febbraio 2014 (tourismA 2014) ed il febbraio 2015 (presentazione In Palazzo Vecchio di tourismA 2015).

Come sarà facile dedurre dalla lettura del brano che segue si è trattato di una serie favorevole di combinazioni che il GAD ha saputo sfruttare dando vita ad un simpatico evento a sorpresa che ha portato alla ribalta la nostra associazione e rimarrà per sempre impresso nella memoria di chi vi ha partecipato.

Giovedì 19 febbraio scorso (2015), alle 20:45 in Palazzo Vecchio, Salone dei 500, si è svolta la cerimonia inaugurale di “tourismA 2015”, salone internazionale dell’archeologia, organizzato da Archeologia Viva, Giunti Editore S.p.A.. Nella prima parte della serata Piero Pruneti direttore di Archeologia Viva, il vicesindaco di Firenze e il Dr. Pessina, soprintendente per i beni archeologici della Toscana, hanno presentato la manifestazione. Subito dopo, la affollatissima platea ha potuto assistere ad una lectio magistralis del Prof. Giovannangelo Camporeale sulle origini della civiltà etrusca ed alla conferenza-spettacolo della Dr.ssa Simona Rafanelli, archeologa e direttrice del museo archeologico di Vetulonia, e del Maestro Stefano Cocco Cantini, musicista e jazzista di fama internazionale, sulla musica perduta degli etruschi. Tale conferenza, presentata per la prima volta al congresso di archeologia tenutosi nel febbraio 2014, affascino’ a tal punto i numerosi soci del Gruppo Archeologico Dicomanese che erano presenti che decisero subito di attivarsi per ripetere l’evento a Dicomano, proposito che sono riusciti a realizzare nello scorso mese di settembre (2014) conseguendo una grande partecipazione di pubblico. In occasione della conferenza Dicomanese il maestro Cantini spiegava che la riproduzione degli strumenti a fiato etruschi, realizzati in legno di bosso, si presentava particolarmente difficoltosa per la rarità di tale tipo di legno, a crescita lentissima, e per l’impossibilità di trovarlo ben stagionato; oltretutto, come ben può immaginarsi, il costo del legno e’ veramente considerevole. Le parole di Cantini hanno fatto tornare alla mente di Piero Bruni, Presidente del G.A.D., di tenere conservati da molti anni due pezzi di legno di Bosso. Il giorno dopo il legno è stato ritrovato, ben conservato in un sacchetto di  iuta, e recava sul taglio la scritta a matita “1975”.Il G.A.D. ha allora pensato di farne dono al Maestro Cantini in occasione della performance in Palazzo Vecchio e ne chiesto l’autorizzazione a Piero Pruneti, organizzatore della serata, che ha gentilmente acconsentito alla “consegna a sorpresa”.
Giovedì sera Cocco Cantini, neanche a farlo apposta, chiudeva la sua conferenza-spettacolo lamentando la mancanza della materia prima necessaria per proseguire la sua ricerca. Prontamente Piero Pruneti chiamava sul palco Piero Bruni e Paolo Pasciolla, rispettivamente Presidente e Consigliere del G.A.D. : mentre il primo consegnava al musicista un elegante sacchetto di raso, con i colori di Dicomano, contenente il prezioso legno di bosso, il secondo spiegava alla ignara platea quello che stava accadendo. Semplicemente entusiasta della sorpresa Cocco Cantini che, assolutamente soddisfatto del dono del G.A.D., subito provava a battere insieme i due pezzi di legno per saggiarne la sonorità. Con i generosi applausi del pubblico per sottofondo, tutto si concludeva con amichevoli strette di mano e sinceri ringraziamenti, mentre Paolo Pasciolla si rivolgeva a Cantini dicendogli “Cocco, cercavi il bosso stagionato …. più stagionato di così ?!