Sito archeologico di san martino a poggio

Orari di apertura dell’area archeologica

Domenica e festivi, a partire dal giorno di Pasquetta fino alla seconda domenica di ottobre, dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 16 alle ore 19.
Durante l’orario di apertura saranno possibili visite guidate, prenotabili all’ufficio cultura al numero 055/8385408-428 .

Mercoledì su appuntamento per gruppi.

IL SITO ARCHEOLOGICO DI SAN MARTINO A POGGIO

L’area collinare di Frascole a sud-est di Dicomano costituisce una zona di elevato interesse naturalistico e ambientale, custode di un patrimonio di elevato valore culturale e storico. Tali caratteristiche inseriscono questa zona fra le più conosciute e apprezzate del Mugello.

Il luogo era noto agli storici e ai ricercatori già alla fine dell’Ottocento per il ritrovamento di frammenti ceramici con brevi iscrizioni etrusche, rinvenuti sporadicamente nella parte più elevata della collina in prossimità di Poggio San Martino.

Una consistente documentazione archivistica denunciava poi nella stessa zona l’esistenza in passato della chiesa intitolata a San Martino, edificio del quale però non era più individuabile alcuna traccia emergente.

Ad amplificare le attenzioni e gli interessi degli archeologi si sarebbe aggiunto nel 1959 l’eccezionale ritrovamento di una splendida stele funeraria etrusca di tipo fiesolano avvenuta casualmente nei campi del podere Vico, elemento questo di inestimabile valore per i ricercatori, garante di probabili giacenze arcaiche nella zona.

Finalmente nel 1969 si costituiva il Gruppo Archeologica Dicomanese, un’associazione culturale inconsueta  per quei tempi, la cui operosità e competenza avrebbero permesso l’indagine sistematica ed il ritrovamento di un importante complesso etrusco alla sommità di Poggio (III sec. a.C.) e i resti della chiesetta di San Martino (XIII-XIX secolo). Fin dall’inizio della ricerca, il preziosissimo lavoro di indagine del Gruppo, si sarebbe concentrato a monte della Villa di Poggio dove si verificarono i più importanti ritrovamenti di ceramica etrusca frammentata.

La quantità di materiale rinvenuto fu tale da stimolare le attenzioni della Soprintendenza cittadina alle Antichità dell’Etruria che nell’estate del 1972 vi compiva i primi saggi esplorativi. L’interesse suscitato da quell’indagine avrebbe attivato una prima campagna di scavo che prese il via il 30 ottobre 1978. Altri interventi analoghi, periodicamente compiuti fino all’ultimo concluso nel 2013, ci hanno restituito un monumento di straordinaria bellezza architettonica, per mole ed estensione ascrivibile fra le strutture ellenistiche più importanti dell’Etruria, unico sito archeologico visitabile in Mugello.

La struttura ha pianta rettangolare con ampiezza prossima ai 32X12 metri, perfettamente orientata secondo i punti cardinali e collocata in posizione dominante a 469 metri di quota. Le mura sono ciclopiche, con spessori che variano fra 1,60 e 2 metri ed alzate che in molti tratti raggiungono i 3-4 metri, realizzate a secco con grossi blocchi di arenaria locale, secondo la tecnica etrusca adottata nella costruzione delle cinte murarie.

Lo svuotamento completo dei tre vani che costituiscono la struttura compiuto nell’ultimo intervento archeologico, ha permesso di individuare gli elementi di un’altra costruzione sottostante preesistente, con mura che dall’interno, intersecando la parete nord dell’edificio si estendono al di fuori, nella zona settentrionale del complesso. Quest’ultima indagine unita ad altre considerazioni dedotte dai vari elementi ceramici decorati rinvenuti nelle campagne precedenti, hanno probabilmente concesso le nozioni necessarie per un’ipotetica identificazione originale dell’edificio. L’assenza pressoché totale di aperture o vani di accesso lasciano ipotizzare infatti, una progettazione destinata ad un uso diverso da quello di rifugio o luogo di difesa ma più propriamente riferita al podio di un tempio  o ad un edificio di culto, forse mai completamente edificato.

A brevissima distanza dalla parete sud del grande edificio etrusco, appaiono visibili i resti della chiesetta intitolata a San Martino, anch’essa unitamente esplorata nelle periodiche campagne di scavo.

Pochissimo sappiamo della sua architettura originale se non il fatto che doveva essere munita di un campaniletto a vela, come appare evidente da una riproduzione cartografica di fine Cinquecento, mentre restano incerti altri aspetti della sua identità strutturale. Del semplice luogo di culto appare tuttavia ancora ben conservato il piccolo sagrato, realizzato con bozze di taglio minuto, mentre purtroppo non resta traccia della sua pavimentazione interna. L’aula, forse dotata di un ambiente di servizio ridotto, mostra una planimetria rettangolare (m13X6), appena leggibile dai pochi elementi ancora emergenti, orientata secondo l’asse est-ovest, tipico nella costruzione dei luoghi di culto più antichi.

Già elencata nelle Rationes Decimarum del 1275, la chiesa appare ancora documentata nella seconda metà dell’Ottocento, quando trasformata in oratorio, era accudita e periodicamente ristrutturata dai Poggesi, i signori della vicina Villa di Poggio.

Dedicato alla memoria dell’archeologo Giuliano De Marinis, dal 1966 l’intero complesso è aperto al pubblico, accessibile a studiosi, appassionati di storia e semplici cittadini che desiderano visitarlo, anche con l’ausilio di visite guidate gestite dal Gruppo Archeologico Dicomanese che ne garantisce la fruibilità nei giorni festivi del periodo estivo.

Ancora dovute all’infaticabile opera dello stesso Gruppo Archeologico, sono da segnalare in zona altre realtà di natura arcaica e di notevole interesse storico, testimonianze tangibili della presenza etrusca in questa parte del Mugello.

Immagini da San Martino a Poggo