LE TOMBE A CAMERA DELLA CELLA

LE TOMBE A CAMERA DELLA CELLA

C’è una strana calma, una quiete delicata, sul Sentiero degli Etruschi che dal Poggio di Frascole si allunga verso il Passatoio e la Maestà di Tizzano. Un silenzio irreale, ovattato dalle chiome folte di farnia e di castagno, trafitte a fatica dalla luce del sole. Poi sorprendentemente inatteso, al centro di una piccola rupe erbosa, compare il cumulo di terra che ospita i due sepolcri etruschi de La Cella.

Propensi al commercio e alla cultura, gli Etruschi nutrivano particolare dedizione per la religione, sorretta dal culto delle divinità e da una singolare interpretazione della morte e dell’aldilà.

Anche in Mugello, come in buona parte della Toscana, esercitarono il proprio dominio unendosi agli abitatori del luogo, probabilmente fin dal VII, VI secolo a.C.

Lo zelante interesse maturato negli ultimi anni attorno a quella straordinaria civiltà e le periodiche campagne di scavo condotte sul nostro territorio, ci hanno restituito una mole considerevole di testimonianze, rinvenute principalmente a Frascole, sul Poggio San Martino nel comune di Dicomano.

Proprio quest’ultimo sito, probabilmente transitato da un’antichissima via di comunicazione che univa l’area fiesolana al nord del paese, conserva il più importante complesso archeologico dell’intera Val di Sieve.

Accanto alla monumentale struttura arcaica, ormai conosciuta e studiata da tempo, gli ultimi scavi di Poggio San Martino hanno svelato la presenza, nella parte inferiore del sito, di un ampio reticolo di mura a secco che costituiva la base strutturale di un vasto abitato.

Questo elemento, unito alla presenza relativamente prossima delle due tombe della Cella, farebbe supporre un’identificazione dell’intera area, come tipico esempio d’insediamento etrusco; con l’abitato edificato sulla sommità di una rupe e la necropoli posta sulla collina opposta; non lontano dalla “città della vita.”

Del resto la zona della Cella, appare istintivamente come dimora ideale per il sonno eterno degli etruschi; sia per l’aspetto morfologico del terreno, sia per la presenza di vari conci tagliati e sparsi nei dintorni dei due sepolcri, forse ulteriori testimonianze di altre sepolture ormai perdute.

Le due tombe del tipo “a camera” sono collocate in un unico tumulo e presentano entrambi una pianta rettangolare, anche se con orientamento diverso.

Lo scorrere del tempo, varie cause naturali legate alla tipologia del terreno e certamente anche l’intervento dell’uomo, hanno determinato un graduale deterioramento dei manufatti, restituendoci parzialmente integro, solo uno dei due sepolcri.

Della prima tomba infatti, si conserva solo una semplice porzione di fondo, mentre sono andate completamente perdute le alzate laterali, oggi ridotte a un semplice cumulo di pietre.

La principale invece, compare ancora integra nella sua struttura perimetrale realizzata a secco, anche se ormai priva delle pietre che ne completavano la copertura.

Vi si accede superando uno stretto corridoio (dromos) volto ad ovest, attraverso il quale il respiro e l’anima del defunto potevano uscire liberi verso il tramonto del sole e della vita.

La morte per gli Etruschi era un piacevole proseguimento della vita e per questo le tombe erano realizzate con materiali adatti a una lunga durata nel tempo; in alcuni casi scavate direttamente nella roccia o nel terreno e successivamente ricoperte con materiali che ne celavano la presenza.

L’interno delle più ricche, somigliava spesso alla casa dei vivi, corredato di suppellettili, armi, utensili, cibi, con i quali s’intendeva preservare per l’anima del defunto, un ambiente ancora familiare.

Inconsapevolmente adottate per lungo tempo come postazione fissa dai cacciatori locali, le tombe della Cella, sono state finalmente individuate nel 1985 ed esplorate nel 1988. Ripetutamente profanate in antico, hanno restituito solo sporadici frammenti di arredo databili al periodo arcaico ed ellenistico, insufficienti, però, ad ancorare il tumulo a una precisa datazione.

Un luogo di forte suggestione, senza dubbio poco conosciuto ma che rappresenta l’unico esempio di sepoltura etrusca visibile in Mugello.

Per chi volesse dedicare una visita alle tombe, è necessario raggiungere la vetta del Poggio di Frascole e prima del parcheggio agli scavi di Poggio San Martino, svoltare a sinistra seguendo l’indicazione per Passatoio. Poco più avanti, una deviazione verso sinistra conduce alla Cella, raggiungibile in dieci minuti seguendo i pilastrini indicativi di cemento posti lungo il sentiero con la scritta “Itinerario Archeologico”.

Immagini dalle Tombe a camera della Cella